Un nuovo modello geologico-geochimico per l’analisi delle pericolosità geologiche nell’area del Delta del Tevere

GasBlowOut.jpg 19 Gennaio 2022

Un nuovo modello geologico-geochimico per l’analisi delle pericolosità geologiche nell’area del Delta del Tevere

Scritto da Redazione IGAG -News

Il primo modello geologico 3D dei depositi marini e continentali quaternari dell’area del Delta del Tevere è stato proposto da un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Roma La Sapienza, dell’Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria del Consiglio Nazionale delle Ricerche e dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.

Il modello integra dati di superficie (geologici e geochimici) con dati di sottosuolo (dati di pozzo, sezioni geologiche e linee sismiche a riflessione) fornendo la ricostruzione spaziale dei depositi che possono ospitare accumuli naturali di gas pressurizzati (principalmente CO2 e CH4) e delle strutture tettoniche responsabili della risalita di questi gas verso la superficie. L’area del delta del Tevere (Isola Sacra-Fiumicino, Ostia antica e Ponte Galeria), infatti, è caratterizzata dalla presenza in superficie di importanti emissioni di gas di origine profonda a CO2-dominante (fino al 95%), e con concentrazioni di CH4 fino a 4-5% (si ricorda che queste concentrazioni sono al limite dell’esplosività).

La presenza di accumuli di gas nel sottosuolo, con particolare riguardo all’area dell’abitato di Isola Sacra, ha spesso originato fenomeni di blow-out, in passato (nel 1933 presso ex-zuccherificio, nell’area dove attualmente sorgono gli edifici comunali) e, più recentemente nel 2005, nel 2013 (“vulcanello di fango” nei pressi dell’Aeroporto Internazionale di Fiumicino) e nel 2020 a seguito di perforazioni e/o escavazioni che hanno intercettato “sacche” di gas contenute in litologie permeabili, al di sotto di una copertura impermeabile che ne impediva la fuoriuscita in superficie. Nelle aree urbane, la presenza in superficie di concentrazioni elevate di CO2 e CH4 può costituire elemento di rischio geologico in quanto entrambi i gas possono accumularsi in zone poco ventilate e/o depresse raggiungendo concentrazioni estremamente pericolose per la salute umana.

Il nuovo modello geologico 3D del Delta del Tevere, integrato con le indagini geochimiche di superficie, ha permesso di individuare le aree in cui è possibile prevedere nel sottosuolo la presenza di accumuli di gas endogeni e le discontinuità attraverso le quali tali gas riescono a raggiungere la superficie. Il modello elaborato permette, da un lato, di realizzare una mappa di pericolosità e potenziale rischio, e, dall’altro, rappresenta un ottimo strumento per le amministrazioni locali per migliorare la valutazione dell’impatto di nuove infrastrutture sull’ambiente urbano, soprattutto in aree in cui già insistono beni archeologici di interesse internazionale. Lo studio proposto trova anche una valida applicazione nell’ambito del monitoraggio dei siti di stoccaggio di CO2 e nella valutazione del contributo della componente geologica nelle emissioni di “gas serra” (GHG) in atmosfera.

Reference

Maffucci R., Ciotoli G., Pietrosante A., G.P. Cavinato, Milli S., Ruggiero L., Sciarra A., Bigi S. (2022). Geological hazard assessment of the coastal area of Rome (Central Italy) from multi-source data integration. Engineering Geology, 106527, 2022, https://doi.org/10.1016/j.enggeo.2022.106527