Eccezionale scoperta di ossa di uomini di Neanderthal del Circeo di 64-65mila anni fa
La recente campagna di indagini a Grotta Guattari, sulle coste meridionali del Lazio, guidata dalla Soprintendenza Archeologica del Lazio e dall’Università di Roma Tor Vergata, ha visto il coinvolgimento di un gruppo di esperti di stratigrafia e geocronologia del CNR-IGAG, INGV e Università di Pisa e di Roma “La Sapienza”.
Obiettivo di questo team: definire il quadro storico e ambientale dell’eccezionale rinvenuto dei resti fossili di 9 individui di Neanderthal, la forma umana indigena europea che ha popolato il nostro sub-continente tra ca. 300mila e 45mila anni fa, quando fu rimpiazzata, o, più probabilmente, assorbita nella popolazione dei sapiens moderni, i nostri diretti antenati, originari dell’Africa.
Foto: Prof. Mario Rolfo, Università di Roma Tor Vergata.
I resti di Neanderthal più cospicui sono stati rinvenuti in uno strato di pochi decimetri di spessore e sono il risultato dell’attività di branchi di iene che hanno usato la grotta come tana, introducendovi notevoli quantità di resti di animali predati o già cadaveri, uomo incluso.
Lo studio è ancora in corso, ma i dati già disponibili permettono di collocare l’accumulo delle ossa umane e di altre specie animali in una finestra temporale molto stretta, di soli mille anni, tra 64mila e 65mila anni fa, verso la fine della prima significativa espansione dei ghiacciai dell’ultimo periodo glaciale. Questi dati geocronologici rivestono grande importanza ai fini dell’inquadramento dei rinvenimenti paleoantropologici del Circeo nel più ampio contesto delle dinamiche del popolamento neandertaliano europeo e del suo declino intorno a 45-50mila anni fa.
Come parte del progetto il CNR-IGAG (Biagio Giaccio e Simona Rosselli) ha contribuito, in concerto con gli altri gruppi di specialisti, fornendo le competenze necessarie per l’interpretazione dei processi sedimentari di formazione del giacimento archeologico e la definizione del quadro cronologico e paleoambientale della successione stratigrafica della grotta.
Foto: Prof. Mario Rolfo, Università di Roma Tor Vergata.