La struttura del bacino del Fucino rivelata dalla tomografia e dal riutilizzo dei dati sismici CROP11
E’ online l’articolo “Fucino Basin structure revealed by the tomography and the reusing of the CROP11 seismic data” pubblicato sulla rivista Tectonophysics, dal gruppo di ricercatori dell’Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria del CNR (G. Caielli, G. P. Cavinato. R. de Franco, I. Gaudiosi, M. Simionato, M. Parotto), dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (R. Maffucci), dell’Osservatorio Geofisico Sperimentale (M. Romanelli), dell’Università della Sapienza di Roma (Sabina Bigi), di ENI Natural Resources (R. Mollica) e di Energean Italy (N. De Marchi).
I dati sismici acquisiti nei vecchi progetti di ricerca finalizzati alla ricostruzione delle strutture crostali profonde (progetto CROP) e per la ricerca industriale di idrocarburi costituiscono un patrimonio conoscitivo inestimabile delle Scienze della Terra da conservare, riutilizzare e rifinalizzare per ottenere nuove informazioni necessarie anche per altri studi e applicazioni utili per la società. Questo lavoro dimostra che il riutilizzo e la rielaborazione di questi dati sismici con le moderne tecniche a disposizione, come la tomografia sismica e l’imaging sismico, permette di ottenere dei modelli sismici ad alta risoluzione, mai ottenuti prima, dal substrato carbonatico Meso-Cenozoico alle successioni neogenico-quaternarie di riempimento dell’intero bacino del Fucino e delle zone circostanti. Tali modelli oltre a costituire un’importante base informativa per nuove, ed alternative, interpretazioni geologiche sull’evoluzione del bacino del Fucino e delle aree circostanti, forniscono un contributo importante per studiare e valutare la pericolosità sismica locale di quest’area altamente sismica che è stata interessata da uno dei più distruttivi terremoti dell’Appennino Centrale (Avezzano, 1915).
Per approfondimenti online si veda: https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0040195123003414?via%3Dihub