Pubblicato un nuovo articolo sulle concentrazioni di radon nel suolo nelle zone di faglia
Il radon (222Rn) è un gas radioattivo che rappresenta un serio pericolo per la nostra salute (OMS, 2009) soprattutto quando si accumula in ambienti chiusi come le nostre abitazioni. Il gas radon ha un’origine naturale, per questo si parla di radon “geogenico” o “geologico”. Il radon rilasciato naturalmente dalla Terra è costituito dal contributo di due componenti: una componente “sorgente” rappresentata dalle rocce e dal loro contenuto di radionuclidi (quali uranio, torio e potassio) (background litologico), e una componente più profonda legata alla migrazione del gas lungo le faglie e le fratture presenti nella crosta, le quali rappresentano zone più permeabili che costituiscono le vie preferenziali per la risalita dei fluidi (quindi anche i gas) verso la superficie.
Fino ad oggi, le ricerche sulla distribuzione delle concentrazioni di radon nei gas del suolo hanno generalmente interessato le aree caratterizzate da faglie sismicamente attive. Tuttavia, sebbene l’utilizzo del radon (e di altre specie gassose endogene) come precursore sismico resti ancora una questione molto dibattuta nella comunità scientifica, è stato comunque ampiamente dimostrato nella letteratura specifica che il radon costituisce un ottimo tracciante di faglie e/o fratture in quanto il suo rilascio dalle rocce è legato al fenomeno della fratturazione che inizia già alla scala dei granuli nelle rocce.
In queste aree, la concentrazione di radon nel suolo può aumentare in modo considerevole e, di conseguenza, entrare potenzialmente nelle nostre case. Nel recente lavoro “Evaluation of tectonically enhanced radon in fault zones by quantification of the radon activity index” pubblicato sulla rivista Scientific Reports, la componente del radon legata alla migrazione lungo le faglie è stata per la prima volta definita come TER “Tectonically Enhanced Radon”.
In particolare, il gruppo di lavoro costituito da ricercatori afferenti a vari enti ed Università (Università di Padova, Università di Bologna, CNR-IGAG e INGV di Roma, Istituto Federale per la radioprotezione di Berlino, Provincia autonoma di Bolzano) ha preso in esame il sistema di faglia della Val Pusteria, situata nelle Alpi orientali e ben noto dal punto di vista geologico e strutturale. L’area costituisce il primo caso di misura delle concentrazioni di radon nel suolo in una zona di faglia asismica.
La presenza di TER in zone di faglia e/o intensamente fratturate, identifica aree dove le concentrazioni di radon nei gas del suolo sono in genere più elevate di quelle prodotte per decadimento dei radionuclidi delle rocce; nel caso della faglia della Val Pusteria si arriva addirittura a concentrazioni superiori agli 800 kBq·m-3 (il valore del background litologico misurato è di circa 50 kBq·m-3, il valore medio a scala nazionale è circa 20 kBq·m-3).
Il TER rappresenta quindi un contributo aggiuntivo al radon “sorgente” prodotto dal decadimento dei radionuclidi presenti nelle rocce; i due contributi insieme definiscono il potenziale geogenico di radon di un’area, ovvero tutto quel radon che la Terra rilascia naturalmente.
La ricerca mostra che il TER costituisce un importante parametro diagnostico per individuare aree fratturate a maggiore potenziale geogenico di radon che, quindi, rappresenta la suscettibilità del territorio in termini di una maggiore disponibilità di radon in superfice che potenzialmente può infiltrarsi negli edifici.
La costruzione di mappe del potenziale geogenico di radon costituisce uno strumento utile alle autorità locali per la pianificazione territoriale, per definire le strategie di monitoraggio del radon negli edifici e stabilire laddove mettere in atto le azioni di mitigazione al fine di ridurre il danno sulla società. Gli sviluppi futuri di questo studio avranno importanti implicazioni sull’identificazione delle aree a maggior rischio radon (“Radon Priority Areas”, RPA), come richiesto dalla Direttiva Europea 59/2013.
Citazione:
Benà, E., Ciotoli, G., Ruggiero, L. et al. Evaluation of tectonically enhanced radon in fault zones by quantification of the radon activity index. Sci Rep 12, 21586 (2022). https://doi.org/10.1038/s41598-022-26124-y